L’efficacia preventiva e terapeutica della nutrizione clinica

Nutrizione-clinica-nutrizione-pediatrica-perugia-spoletoViene definita nutrizione clinica l’insieme degli interventi finalizzati a fronteggiare i diversi stati morbosi presentati dal paziente attraverso opportune modifiche del suo regime dietetico. Le patologie in cui il trattamento dietetico proposto dalla nutrizione clinica è componente essenziale della terapia sono svariate, tra cui è bene ricordare:

  • Diabete
  • Dislipidemie
  • Insufficienza renale
  • Ipertensione arteriosa
  • Malattie oncologiche

Correggendo alcune abitudini alimentari errate, la nutrizione clinica mira a prevenire o a ridurre le complicanze associate all’una o all’altra malattia sopracitate. Per quanto riguarda le terapie dietetico-nutrizionali, un elemento fondamentale è rappresentato dall’aderenza del paziente allo schema dietetico. Quest’ultimo può essere favorito da un approccio multi-professionale di informazione, educazione, prescrizione dietetica e follow-up. 

La terapia dietetico-nutrizionale per insufficienza renale cronica

Facendo un esempio, nel paziente con insufficienza renale cronica, la dieta è una componente importante della gestione conservativa. Questa si integra con le terapie farmacologiche, in cui gli obiettivi sono il mantenimento di uno stato nutrizionale ottimale, la prevenzione delle complicanze dell’insufficienza renale cronica, e l’allontanamento dell’inizio della dialisi, o l’integrazione con essa per ridurre le frequenze settimanali. La terapia dietetico-nutrizionale prevede:

  • il controllo dell’apporto proteico
  • l’adeguatezza dell’apporto calorico
  • il controllo dell’apporto di sodio e potassio
  • la riduzione dell’apporto di fosforo.

Per il diabete consulta qui l’articolo dedicato!

Altri esempi in cui è possibile ricorrere alla nutrizione clinica

Altro esempio sono le dislipidemie (ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia o forme miste). In questi casi si parla di alterazioni quantitative e/o qualitative dei lipidi presenti nel sangue, condizioni multifattoriali in cui intervengono condizioni genetiche e/o ambientali. Dal punto di vista clinico, la loro importanza deriva dal ruolo svolto nella genesi e aggravamento dell’aterosclerosi e delle malattie ad essa collegate come cardiopatia ischemica e trombosi carotidea. Inoltre le dislipidemie sono associate a altri fattori di rischio cardiovascolare come diabete mellito, obesità, ipertensione e sindrome metabolica.

Vuoi saperne di più sull’ipertrigliceridemia?  Leggi questo articolo!

L’aterosclerosi

Conseguenza dell’ipercolesterolemia, l’aterosclerosi consiste nella deposizione di LDL (il “colesterolo cattivo”) sulle pareti delle arterie, provocandone ispessimento e indurimento. Questo processo può nel tempo portare alla formazione di placche (o ateromi) che ostacolano o bloccano il flusso sanguigno, esponendo il paziente al rischio di formazione di un trombo. Pertanto, a seconda della localizzazione, le conseguenze possono essere l’insorgenza di infarto del miocardio, ictus o claudicatio intermittens.

L’alimentazione può dunque essere di aiuto nella prevenzione e nel trattamento dell’ipercolesterolemia. Per quanto riguarda le forme lievi, la via è il trattamento dietoterapico. Pertanto, è opportuno ridurre i grassi saturi e il consumo di alcol, controllare il peso corporeo, fare attività fisica in modo regolare. I grassi tuttavia non vanno demonizzati, bensì bisogna privilegiare quelli “buoni”, che troviamo nel regno vegetale e in alcuni pesci, e assumere invece con moderazione quelli presenti in carni e latticini. La verdura inoltre, è un’arma potentissima, sia per la presenza di fibra, capace, a livello intestinale, di imbrigliare una parte del colesterolo e di sottrarlo all’assorbimento, sia per la presenza dei fitosteroli, competitori del colesterolo per i siti che ne consentono l’assorbimento.

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